Io proteggo

12:06 [emo] 11 Comments


La limo accosta al marciapiede mentre sto finendo di pulire le lenti degli occhiali.
Li inforco e controllo che la fondina sia ben salda sotto l’ascella. Un’ultima sistemata al nodo della cravatta e il vetro fumè tra i posti davanti e quelli dietro si abbassa con un sibilo che sembra un soffio.
Non mi giro, non mi giro mai. “Siamo pronti?” mi dice col tono più da checca di cui è capace. Annuisco con un cenno di testa e prima di scendere dall’auto saluto l’autista. Mi sembra si chiami Norman. O Theo.
Sceso dalla limo mi guardo attorno, dai piedi all’orizzonte vicino, le due ali di folla sono arginate da transenne ornate a festa. Le ragazzine in prima fila urlano, si dimenano e parte l’orgia di flash che ancora non ho aperto la portiera posteriore. Apro e i flash si fanno tsunami, lui esce dalla limo che ancora si sta ripulendo il naso dall’ultima tirata e saluta la massa. Urla, urlano.

La passerella rubina è una lingua invitante, voluttuosa. I primi metri sono sempre i più semplici, poi si spingono di più sporgendosi dalle transenne e cominciano gli strattoni, le urla si fanno più stridule. Giungla di ragazzine, liane di braccia incontrollate.
Lui tira fuori la lingua e la faccia diventa una smorfia continua, i flash gli si riflettono sugli occhiali a specchio, non si cura dei taccuini e delle penne per gli autografi, indica tutti e ringrazia. Forse spezzo un dito a uno che gli tira la camicia da ottomila dollari e saliamo i gradini dell’ingresso del Double.

“Cazzone, sei un grandissimo cazzone! Un altro po’ e quello stronzo mi strappa la manica! Ma che ti pago a fare?!” continua a blaterare non curandosi del comitato d’accoglienza fatto dell’intero direttivo del Double, dal direttore fin giù. Guadagna il corridoio che porta al bagno e lo seguo. Dall’oblò lo vedo chinarsi sul lavandino a pippare un’altra tirata dallo specchietto e mi giro a mani conserte davanti alla porta.
Quando esce mi dice solo “grassone di merda” e poi entra nella grande sala stringendo mani, indicando chiunque, accolto da un applauso per i due pezzi in playback che canterà stasera e che dedicherà ad assessori e sindaco, un senatore, industriali, lobbysti senza nome, generici ricchi e donne agghindate come alberi di Natale.

Io mi avvicino al chilometrico tavolo del buffet e incrocio lo sguardo affamato di Taylor. Lui è nello staff che protegge il sindaco e abbiamo giocato insieme una stagione a Tampa. La mia ultima stagione da professionista, prima che un placcaggio di quelli che non dimentichi mi spappolasse il ginocchio sinistro. “Come va, Duncan?” mi chiede affiancandosi a me e addentando un sandwich senza distogliere lo sguardo dal tavolo del sindaco.
Io ingollo d’un fiato un cocktail rosso con riflessi blu e rispondo con uno sbuffo, poi dico al cameriere di mettermi dei sandwich in un piattino. I camerieri in livrea pedalano come forsennati fra i tavoli, li riempiono di vassoi stracolmi di tanta di quella roba che ci sfamerebbero l’intero Darfour e il mio sguardo si muove a trecentosessanta.

Lui è al suo tavolo, attorniato di figlie di politici sgallettate. Firma tette e posa per qualche foto e immagino che a breve le sue narici reclameranno un altro paio di piste, anche perché altrettanto a breve il piccolo palco davanti ai tavoli sarà tutto per lui e si darà da fare per giustificare i cinquantamila dollari che il suo agente domani andrà a incassare nell’ufficio del sindaco.
Non smetto di chiedermi da cosa dovrei proteggerlo, ma poi penso al ginocchio, al mutuo della casa e la domanda mi sembra più cretina del solito.
Il direttore del Double sale sul palco e al microfono richiama l’attenzione degli invitati. La star della serata accompagnerà tutti fino alla mezzanotte con qualche pezzo tratto dal suo ultimo cd. L’applauso e il tintinnio di posate sui bicchieri di uomini e donne di mezza età - che manco conoscono la star - sono talmente grotteschi che i gridolini delle ragazzine sgallettate assumono una loro grazia.
Mi riavvicino al tavolo del buffet, prendo il piattino preparatomi dal cameriere e lascio la sala mentre lui sale suo palco e farfuglia un ringraziamento.

Prendo l’ascensore fino all’ultimo piano, poi le scale per uscire sul tetto e sugli ultimi gradini le fitte al ginocchio si fanno più calde. Esco e il vento tira che sembra una sferzata di sabbia. Le luci di New York si vedranno fin su Marte, ma i suoni sono solo roba per le strade cinquanta piani più in basso. Fatico ad accendere una sigaretta e tiro solo due boccate, tanto per stuzzicare i polmoni, poi cerco un punto in cui sedermi.
Mangio il mio sandwich mentre i fuochi d’artificio inondano il cielo annunciando il nuovo anno e sparo alla luna vomitandole addosso l’intero caricatore della glock.


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nuove etichette

11:57 [emo] 6 Comments


Da ieri il blog è provvisto di due nuove poderose etichette ad uso e consumo dei cortesi visitatori di queste pagine:

  • il noir e i suoi derivati - è dedicata a tutti quei post in cui, trasversalmente o meno, si tocca come argomento uno dei miei generi narrativi preferiti, se non quello che preferisco in assoluto. Prima o poi un post su 'sta cosa dovrei pure decidermi a scriverlo.
  • storie mie complete - mette in fila, invece, tutte le short che ho finora scritto e che sono state disegnate da qualche impavido disegnatore. Per chi sia arrivato presso questi lidi solo di recente, ci potrebbe essere qualche sorpresuccia fra le primissime che a suo tempo postai.

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pagine e pellicole nere

09:19 [emo] 7 Comments

Poco natalizie, invero, le due novità che mi preme segnalare, ma chissene.
Una nuova collana di dvd e un libro davvero davvero curioso.



La collana di dvd si intitola I classici del cinema noir, la trovate in edicola edita dalla Master ed esordisce con l'immortale e sontuoso Il mistero del falco.
Nè sulla brochure nè sul sito ho avuto notizie sui titoli che comporranno l'opera completa, ma la collana - che si articolerà in 20 uscite quindicinali - dovrebbe comprendere anche: Vertigine, Seduzione mortale, L'ombra del passato, L'infernale Quinlan, La fuga, Rapina a mano armata, La morte scorre sul fiume e Testimone d'accusa.
Su Il mistero del falco ci sarebbe ben poco da dire, ma per chi dovesse arrivare oggi da Marte, basti solo sapere che la visione del film è un'esperienza necessaria: una vicenda straordinariamente emozionante e tesa, personaggi tagliati con l'accetta ma che riescono a far baluginare delle sfumature inquietanti (Sam Spade su tutti), una messa in scena suggestiva, degli attori impressionanti (Peter Lorre - a mio parere - una spanna sugli altri, compreso il pur straordinario Humprey Bogart) una fotografia indimenticabile e un ritmo che - per allora, ma per tanto cinema odierno - non ti concede tregua. E dire che è un film molto parlato, che fa perno su un didascalismo onnipresente, ma non invasivo (forse solo nelle ultime scene fra Bogart e la Astor). Ultima sequenza (l'addio fra Bogart e la Astor) da storia del cinema, ma so che arrivo buono ultimo a dirlo.



Il libro, invece, è edito da Piemme e si intitola Platone suona sempre due volte - La filosofia del noir.
E' scritto da Mark T. Conrad (già autore de La filosofia dei Simpson) e parte dal provocatorio e interessantissimo spunto che non ci sia modo migliore per apprendere la filosofia moderna di partire dal cinema noir classico e non solo.
Non l'ho ancora divorato, quindi non mi azzardo a commentare oltre, ma vi riporto sotto la scheda del volume:

Qual è il momento in cui la passione di Frank e Cora diventa tragedia? Quando escogitano un piano per uccidere l’anziano marito di lei? Quando lei muore e lui viene accusato di averla assassinata? O prima, quando fanno l’amore la prima volta, torbidamente, senza respiro, come chi pensava di essere spacciato e invece trova una via di scampo? O forse la tragedia era là da sempre, prima del primo sguardo, prima di tutto, perché le loro vite erano già tragedia incombente. Questo è Il postino suona sempre due volte. Questo è il noir. E non è solo la storia di un uomo e una donna, di Frank e Cora. È il riassunto di tutti i grandi temi della filosofia moderna. Perché dietro alla cupezza, alle trame claustrofobiche, alle femme fatale, agli amori disperati dei noir e dei thriller moderni, c’è molto di più. Dietro il Bogart del Falcone Maltese, dietro il Quinlan di Orson Welles e fino al Pulp Fiction di Tarantino, si intravedono gli esistenzialisti francesi, Sartre, il pessimismo, il nichilismo di Nietzsche. Sono storie di sconfitte, di personaggi perduti, disillusi, destinati a una tragica fine ma che fino all’ultimo si arrabattano e combattono come Prometeo. Insomma non c’è modo migliore per capire la filosofia che immergersi in un libro o in un film noir. La filosofia moderna sicuramente, da Schopenhauer a Freud, ma pure quella antica, perché per spiegarci il nostro lato oscuro, gli autori tirano in ballo anche Socrate, Platone e Aristotele. E alla fine capiremo che il groppo che ci prende mentre scorrono i titoli di coda di Casablanca, non è dovuto alla musica e allo sguardo stropicciato di Bogart che segue lei che se ne va. Non è malinconia: è proprio esistenzialismo allo stato puro.

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cucina nerd

10:59 [emo] 8 Comments


Ai fornelli sono un mezzo disastro e riesco a cavarmela solo per elementari soluzioni da bisogni primari.
Mi è sempre piaciuta l'idea di essere capace di cucinare, ma pigrizia, paura di avvelenare qualcuno e mancanza di tempo mi hanno costantemente portato a ripiegare su territori più sicuri in cui da sempre esprimo al meglio le mie capacità: mangiare ciò che cucinano altri.

L'uscita del volume di cui mostro in alto la cover, però, mi ha portato ad anticipare i buoni propositi per il nuovo anno ormai alle porte e con il sorgere del 2008 mi dedicherò ad imparare l'arte culinaria.
Piano di battaglia morbido e alla mia portata: una ricetta al mese, non di più. Alla fine del prossimo anno conto di arrivare a poter fare bella figura con amici, parentado e belle donne da prendere per la gola.

Michel Pierre
Carnet della
cambusa - Le ricette di Corto Maltese
144 pagine, rilegatura a spirale, 22 €
Lizard Edizioni

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Mono - le storie. Bloody River

11:14 [emo] 11 Comments

Con questo post chiudo il trittico di storie che ho scritto per Mono.
Il terzo numero della rivista - uscito alla scorsa edizione di Lucca - è stato dedicato all'acqua.

Ai disegni, Gianfranco Giardina.


Gianfranco Giardina
Autodidatta, perfezionatosi alla Scuola Italiana di Comix di Napoli, ha collaborato sia in veste di colorista che di disegnatore con svariate realtà editoriali tra cui Magic Press, Innocent Victim, Image Comics, Panini, Napoli Comicon, Pegasus e Bottero Edizioni. Attualmente è al lavoro su Once Were Criminals.

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aggiurnamènt

17:33 [emo] 0 Comments


Ormai sapete che fare qauando vedete quest'immagine, no?
No? Ok, ve lo ricordo io: dovete cliccare qua perchè c'è un nuovo aggiornamento.

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The Bourne ultimatum

12:44 [emo] 3 Comments


La saga di Bourne arriva al terzo (ultimo?) capitolo e lo fa con in cabina di regia lo stesso Peter Greengrass del film precedente.
Il film si sviluppa sul consueto canovaccio già visto nelle prime due pellicole: l'eroe cazzutissimo che viene braccato e sottoposto a un tour de force di difficoltà crescenti e che si fa carico - in questo caso - di una personalissima vendetta attraverso la quale tentare di recuperare i tasselli che gli mancano del proprio - dimenticato - passato.
Greengrass ha mano abile e sicura, riesce a confezionare un buon prodotto con pregevolissima asciuttezza e nelle convulse e concitatissime scene d'azione mostra una leggibilità che all'esordio con il personaggio di Ludlum era invece mancata almeno nei momenti topici, assecondato qua da un buonissimo montaggio.
La soluzione finale dell'intreccio è banalotta e superficiale, niente che dia alla trilogia un reale senso di completezza e tutta la sceneggiatura viaggia su binari piuttosto convenzionali.
Ciò non toglie che Bourne Ultimatum sia un film godibilissimo e divertente, grazie anche alla fisicità e alla prova di un Matt Damon in ottima forma.

The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo
Di: Paul Greengrass
Con: Matt Damon, Julia Stiles, David Strathairn, Scott Glenn, Paddy Considine, Edgar Ramirez, Albert Finney, Joan Allen, Daniel Brühl.

USA, 2007
Durata: 111 minuti circa.


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belle soprese

17:40 [emo] 6 Comments


Se m'avessero avvisato prima avrei messo lo smoking.
Non immaginavo davvero che una piccola, per quanto interessante, iniziativa come quella di cui ho dato notizia ieri avrebbe potuto attirare così tante persone (la foto sopra è stata scattata prima dell'incontro, quando ancora l'afflusso non era finito). Proprio una bella sorpresa.
Un plauso agli organizzatori per aver fatto un'ottima promozione alla cosa.

La serata è stata parecchio rilassante ma, soprattutto, ci ha dato l'occasione di confrontarci con un pubblico attentissimo e particolarmente partecipe, curioso e disposto allo scambio.
Abbiamo parlato di fumetto, di quanto sia bello farlo o anche solo provare a farlo, delle difficoltà che possono esserci in Sardegna per superare l'impasse dell'insuralità e - soprattutto - degli strumenti utili a superarlo, abbiamo parlato di prospettive diverse d'approccio, di possibilità, dei primi timidi passi, di aspirazioni e di necessità espressive.

Spero sinceramente che già il prossimo anno, per una seconda edizione del Fumetto Day che spero davvero venga realizzata per dare continuità al buon esordio di ieri, gli organizzatori riescano a trovare le risorse per offrire a Oristano e non solo un'ulteriore occasione di confronto con chi il fumetto lo fa o sta cominciando a farlo, magari potendo contare sulla presenza e il sostegno di qualche grosso nome.

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Fumetto Day

09:40 [emo] 3 Comments


Gli eventi legati al fumetto in Sardegna non sono propriamente all'ordine del giorno, quindi è con piacere che segnalo il Fumetto Day, iniziativa che oggi si svolgerà in quel di Oristano, curata dall'Associazione culturale "Morsi d'arte" e dalla Fumetteria One Piece.

A partire dalle 16.30 si svolgeranno una serie di incontri a tema e la selezione degli elaborati per un piccolo concorso locale per aspiranti autori di fumetti, i cui lavori verranno visionati da Massimo Dall'Oglio, Stefano Obino, Piallo e il sottoscritto.

Se qualcuno dei sardi all'ascolto ha voglia di sfidare le temperature polari, ci si vede lì.

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ignoranze imbarazzanti

09:20 [emo] 14 Comments

Non ho mai avuto una vera e propria passione per i videogames, tutt'altro.
Mi son preso una sbornia mica male - ormai un'era geologica fa - per il Commodore64, ma poi più nulla. Sono conscio degli immani limiti delle mia capacità manuali (un conto è il joystick con due tasti e un'asta, un altro discorso quegli infernali joypad con tasti ovunque e infinite combinazioni fra di loro) e questo pesa come un macigno sullo scarso ascendendente che hanno su di me i giochi elettronici.

Rimango comunque affascinato - osservandoli, invero, da distanze pressochè siderali e dagli abissi della mia ignoranza - dalla qualità che hanno raggiunto negli anni e l'ultima volta che ne ho visto uno da vicino è stato un paio di settimane fa, era Halo3.
Che dire? Impressionante davvero. Così come è stato impressionante avvicinarmi (comunque sempre da mero spettatore) a un altro videogame ugualmente per - mi dicono - XBox 360, ossia Assasins Creed. Per quanto mi abbiano intrigato, a tratti esaltato e sicuramente incuriosito, una volta spento lo schermo è passato tutto e me li sono dimenticati.

E' successa tutta un'altra cosa da quando m'è capitato di incrociare sulla rete il trailer per un titolo di prossima uscita, Grand Theft Auto IV.
Ecco, in questo caso non solo mi son ritrovato a cercare info su info, a scaricare immagini e filmati, ma ho avuto la forte tentazione - che perdura tuttora (e forse con questo post vorrei esorcizzarla) - di acquistare una XBox e attendere in febbrile attesa l'uscita del gioco, metterlo su e congedarmi dal sodalizio umano per un indeterminatamente lungo periodo di eremitaggio dedicato al gioco.
Alcuni sceneggiatori o disegnatori, oltretutto, la chiamerebbero documentazione o - solo i più arditi, invero - corso di aggiornamento.

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Mono - le storie. Controtempo

23:05 [emo] 25 Comments

La scorsa settimana ho postato la prima delle tre storie che ho scritto per Mono. Ora è la volta della seconda, pubblicata sul numero della rivista dedicato alla musica.

I disegni sono di Elena Casagrande.
Eccola qua sotto (la tavola, non Elena). Come sempre, cliccateci su per ingrandirla.



Elena Casagrande
Avendo sin da piccola intrapreso un rapporto di dipendenza dal disegno e dal fumetto, dopo il liceo si diploma alla Scuola Internazionale di Comics; ne esce felice e inizia subito a lavorare. Finora queste sono state le sue dosi: Angel e Klingons: Blood Will Tell (IDW), Altrimondi (Star Comics), Avalonia Special 3 e Sol Mirror (Cronaca di Topolinia).


25 commenti:

aggiurnamènt

16:16 [emo] 4 Comments


E dopo una pausa di qualche giorno, riprendono (e proseuguiranno fra oggi e domani) gli aggiornamenti al blog di OWC. L'ultimo è QUA.

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lunedì

09:49 [emo] 11 Comments

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Tex come pistacchi

11:02 [emo] 20 Comments


E' vero, ho imparato a leggere su Tex (e su Topolino e su qualche altro fumetto) ed è altrettanto vero che l'ho letto regolarmente per anni.
E' stato uno dei primi fumetti che ho collezionato, ma poi - da una quindicina d'anni buona - ho preso a seguirlo con distrattissima irregolarità, spiluccando a caso.

Da qualche mese - invece - sono assalito da una scimmia vorace, che mi porta a divorare Tex come fossero pistacchi.
Dapprima solo la serie regolare, ma aspettare un mese intero senza la dose è diventata da subito un'impresa ardua. Ho quindi cercato di compensare aggiugendo anche la collana Tre stelle, ma prestissimo si è resa insufficiente pure quest'ulteriore iniezione di texità e a quel punto ho definitivamente accettato la mia nuova condizione di tossico senza possibilità di guarigione, aggiungendo all'elenco anche TuttoTex e Tex nuova ristampa.

Ora le cose vanno meglio e con cadenza quasi settimanale riesco a far fronte all'insaziabile appetito, tanto da poter cercare di capire con un filo di lucidità il perchè di questa malattia.
Non sono arrivato ad alcuna conclusione sconvolgente nè a psicanalizzarmi fino al mio io più profondo, ma ho seplicemente capito che - ocio alla banalità - Tex mi piace.

Mi piace il personaggio, mi piacciono le dinamiche fra lui e i co-protagonisti, mi piace scoprire la lenta evoluzione e gli impercettibili (ma sostanziali) cambiamenti apportati alla serie nel corso dei decenni, mi piace riconoscere la differenza d'approccio di un Nizzi rispetto a un Boselli, mi piacciono quelli che ormai sono diventati i luoghi comuni texiani, mi piace che le storie siano lunghe, lunghissime, mi piacciono i disegnatori che da decenni ancora ci lavorano e incarnano la memoria storica di una serie fondamentale del nostro fumetto, ma - soprattutto - mi piace il genere perchè permette di costruire degli intrecci in cui il conflitto (vero e proprio motore di ogni storia di ogni genere e forma) può trovare applicazioni dalle più essenziali e basiche (l'assedio, il duello, l'inseguimento, l'indagine) alle più elaborate e dense di sfumature.

E Tex mi piace anche per quelli che sono a mio avviso i suoi difetti più evidenti (e che come lettore mi fanno incazzare non poco), dagli scivoloni grossolani nei dialoghi alle stucchevoli digressioni, dalla pulitina piattezza della parlata dei personggi, fino a certe deflagrazioni di fluviale e verbosa didascalicità, che costituiscono a volte un vero e proprio macigno indigesto.

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Mono - le storie. Illegal Aliens

09:12 [emo] 22 Comments

Ho parlato più e più volte di Mono della Tunuè, dato che ho avuto modo di collaborare ai primi tre numeri della rivista.
Da oggi posterò sul blog le tre storie pubblicate.

La prima - Illegal Aliens - è stata disegnata da Werther Dell'Edera e, com'è intuibile, è stata pubblicata sul primo numero di Mono, dedicato al tema America.
La trovate qua sotto (cliccate per ingrandirla, leggetela e sappiatemi/ci dire che ne pensate).


Werther Dell'Edera
Ha esordito su Xiola - Primo sangue (Liberty, testi di Longobardi e Solinas), per poi iniziare la collaborazione con Innocent Victim, il cui frutto è stato Road’s End (Magic Press, scritto da Bazzani).
Successivamente passa all'Eura, per cui realizza centinaia di pagine di liberi per
Lanciostory e Skorpio e diversi numeri di Detective Dante e di John Doe (sui testi di Recchioni e Bartoli). Sempre su testi di Recchioni e insieme a Burchielli e Cucina è fra gli autori del recente Garrett della Edizioni BD. Sempre per BD ha realizzato una short per l'omnibus di Quebrada (su testi di Casali), uscito all'ultima Lucca.
Lavora anche per gli USA sulla serie
Loveless (Vertigo, testi di Brian Azzarello), edita in Italia da Planeta/DeAgostini.
Attualmente sta preparando una lunga storia di Hellblazer.

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cuori demilitarizzati e un po' di dolce

13:34 [emo] 8 Comments

Nei giorni in cui sono stato a Roma ho avuto modo di assistere a due appuntamenti con la carta fatta di immagini e parole.
Il primo, al Forbidden Planet, dedicato all'incontro col pubblico di Riccardo Burchielli, impegnato nel tour promozionale del primo volume di DMZ, il secondo dedicato invece alla presentazione di Cuori da bar, raccolta di racconti scritti da Lorenzo Bartoli e organizzato dalla Libreria Vivalibri del Testaccio.



Nel primo caso, purtroppo, lo sciopero nazionale dei mezzi ha impedito un affusso congruo nella fumetteria, ma questo non ha impedito a un buon numero di appassionati di prendere il volume e di farcisi fare un bel disegno da Riccardo. Inoltre, è stata per me l'occasione di incontrare parecchie conoscenze romane che non avrei avuto modo di vedere se non in qualche fiera. Rinuncio in partenza all'idea di ricordare tutti, perchè tanto rischierei di dimenticarmi qualcuno.


Nel secondo, invece, l'affluenza di pubblico è stata sensibilmente maggiore (grazie anche al termine dello sciopero) e la bellissima cornice della Libreria ha permesso a Lorenzo di presentare al meglio il proprio libro grazie anche alla complicità del Rrobe e - soprattutto - di un Remo Remotti in forma smagliante, che ha letto qualche racconto dandogli voce ed emozioni diverse dalla lettura intima, ma di straordinaria suggestione.

Un'ultima nota, poco letteraria e più gastronomica, lo stesso pomeriggio dei due incontri ho avuto modo di conoscere un luogo di perdizione che - per fortuna - sta a un Tirreno di distanza da qua: il famosissimo Bar Pompi, il regno del tiramisù: dopo aver gratificato la mente, avvolgere il cuore nelle emozioni sprigionate da quel capolavoro dolciario è stato il perfetto coronamento di un bel pomeriggio.


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back home

18:56 [emo] 5 Comments


La mostra dedicata al Santissimo Stanley è davvero davvero davvero bella.

Chi è a stretto giro di metro, treno o aereo ci faccia un salto perchè merita: sceneggiature originali, foto di scena e dei dietro le quinte, qualche costume originale, oggetti di scena da panico (nella foto lo star child di 2001, ma ci stanno pure l'elmetto del soldato Jocker/Mattew Modine di Full Metal Jacket, la macchina da scrivere di Jack Torrance/Jake Nicholson in Shining e tantissime altre figosità), alcune trovate scenografiche sfiziosissime, parecchi filmati con interessantissime interviste, locandine originali, un documentario sulla musica nel cinema di Kubrick, storyboards, piani di lavoro e tutta un'altra caterva di roba buona.

La mostra ha un unico grandissimo, imperdonabile difetto: il percorso è solo parzialmente in ordine cronologico e particolarmente confuso.
Un brutto neo, ma che - se non siete nerd acritici intransigenti - si può mandar giù senza difficoltà.

nota: non si potrebbero scattare foto, ma una son riuscito a portarla a casa...

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